giovedì 29 dicembre 2011

Speciale superclassico

Il calcio è l'ultima rappresentazione sacra del nostro tempo. È rito nel fondo, anche se è evasione. Mentre altre rappresentazioni sacre, persino la messa, sono in declino, il calcio è l'unica rimastaci. Il calcio è lo spettacolo che ha sostituito il teatro. 
Pier Paolo Pasolini

Il Superclassico di Natale è l’ultima rappresentazione sacra che ci è rimasta.
Mentre le altre passano e sono in declino, il Superclassico resta. Con tutte le sue contraddizioni, con la sua imprevedibilità, con i suoi riti, con il suo spirito benefico, con il suo fascino e con la lunga preparazione fisica e, soprattutto, mentale che lo caratterizza.
E’ una lotta fino all’ultimo centimetro di campo, fino all’ultimo pallone conquistato o tolto all’avversario, fino all’ultimo tackle, tiro in porta e goal. E’ una guerra di nervi, psicologica, e di muscoli dentro e fuori dal campo, nel pre come nel post-partita. Vincere o perdere è molto più di una semplice questione di vita o di morte. Solo chi gioca può capirlo.
Lo sa bene chi ha perso (male) l’edizione 2011: Fashion Blue-Camiceta Blanca 6-3. Buon Inferno cari Bianchi, ci resterete, almeno, per quattro lunghissimi mesi ... in attesa del Superclassico di Pasqua.

venerdì 23 dicembre 2011

Buon Natale


“Per resistere senza la speranza nell’aldilà, e nel Paradiso, bisogna poter sperare nel paradiso in terra. Dare l’illusione del paradiso in terrà è l’obiettivo finale del consumismo; o se si vuole, il consumismo è una protesta per l’inesistenza di Dio. Comprando si è onnipotenti, soprattutto se compri qualcosa che ti serve a poco; i centri commerciali sono isole dei beati dove (grazie all’aria condizionata) è sempre primavera, dove ogni tuo desiderio è un ordine, dove tutte le distanze si annullano perché i prodotti di tutto il mondo si offrono fianco a fianco, a tua completa disposizione. Chi ha pensato il KaDeWe, a Berlino, da ergere di fronte al muro, l’ha pensato proprio come un frammento di Paradiso terrestre per far sbavare di voglia gli orientali.” 
Walter Siti, Troppi Paradisi

L’arrivo del Santo Natale è accompagnato, come sempre, da negozi pieni di gente, signore imbellettate con enormi buste pieni di pacchi regalo e dall’obbligo di un regalo (inutile). L’arrivo del Natale coincide con il raggiungimento del nostro paradiso in terra: comprare in quelli che una volta venivano chiamati grandi magazzini. Non per fare la solita morale contro il consumismo, ma almeno a Natale, datevi una regolata. Siate sobri. Comprate tutto l’anno, altrimenti la nostra economia, ammesso che ne abbiamo ancora una, soffrirà. Ma a Natale no. Regalate solo un libro, qualcosa di piccolo, di personale, di simbolico. Non lasciatevi ingannare dal finto paradiso terrestre. Parafrasando, liberamente, Walter Siti: non è sempre primavera ... ancor di più a dicembre! Tanti auguri di buon Natale da Zampanò!



lunedì 19 dicembre 2011

L’Occidente senza futuro

Sono l’Occidente perché odio le emergenze e ho fatto della comodità il mio dio; perché tendo a riconoscere Dio in ogni cosa tranne che nella religione. Perché mi piace che se premo un bottone gli eventi accadono come per miracolo, ma non ammetterei mai di dover rendere omaggio a un’entità superiore; sono laico e devoto alla mia ragione. Sono l’Occidente perché detesto i bambini e il futuro non mi interessa. Sono l’Occidente perché godo di un tale benessere che posso occuparmi di sciocchezze, e posso chiamare sciocchezze le forze oscure che non controllo. Sono l’Occidente perché il Terrore sono gli altri.
(Walter Siti, Troppi Paradisi)

Nel novembre scorso viene aggredito un extracomunitario venditore di rose a Lecce. Qualche giorno da, a Firenze, vengono uccisi due senegalesi e feriti altri tre. A Torino un gruppo di persone ha dato fuoco ad un campo rom per una violenza sessuale, in realtà mai avvenuta, ad una sedicenne. Nella nostra società occidentale, viziata ed opulenta, c’è qualcosa che non va. Non so se sia necessario credere in un’entità superiore. In ogni caso è una società che non fa figli, che non ha rispetto per la natura e non riflette su come consegnare alle nuove generazioni un mondo migliore. E soprattutto: non rispetta l’altro. Sembra, quasi, che l’unica certezza sia quella della paura. Invece di vedere il Terrore nell’altro, come dice Walter Siti, dovremmo riflettere di più su noi stessi ... proviamoci, almeno a Natale.

lunedì 12 dicembre 2011

Alla ricerca della verità

“Se provi piacere nel contemplare i tuoi stessi odiosi misfatti, vedi qui un campione dell’arte tua di macellaio. Oh, signori, guardate, guardate! Le ferite del morto Enrico aprono le loro bocche coagulate e sanguinano di fresco! Arrossisci, arrossisci, tu pezzo di deforme sconcezza, poiché è proprio la tua presenza a far sgorgare nuovamente questo sangue, fuor da vene fredde e vuote, dove non ne scorre più alcuna goccia.”
(W. Shakespeare, Riccardo III, 2) 

A distanza di oltre un anno dall’omicidio di Sarah Scazzi gli inquirenti non hanno ancora trovato il colpevole. Depistati e confusi dalle romanzesche e controverse ricostruzioni dell’ossuto contadino di Avetrana Michele Misseri, la verità sull’omicidio è ancora lontana. Per il caso di Meredith Kercher, poi, è stato condannato per concorso in omicidio Rudy Guede. Ma chi è l’omicida a cui Guede avrebbe “offerto” assistenza? Anche il caso di Yara Gambirasio è avvolto dal mistero. Gli inquirenti sono ora alla ricerca di parenti nascosti. Per l’omicidio di Chiara Poggi, nella villetta di Garlasco, Alberto Stasi è stato assolto anche in secondo grado. Nei grandi casi di giustizia, l’unica certezza sembra essere l’incertezza. A questo punto, per scoprire la verità, propongo di fare ricorso ad una vecchia pratica giuridica: il diritto di bara, ovvero far passare il presunto colpevole davanti al cadavere dell’ucciso. Se il cadavere sanguinerà, sarà la prova della colpevolezza. Secondo questa curiosa pratica il morto stesso si sarebbe “occupato” del ritrovamento del colpevole per vendicarsi dell’assassino. Non è un caso, poi, che anche Abel Ferrara, nel suo film Fratelli, fa riferimento a quest’antica pratica popolare. Agli inquirenti non resta che leggere Shakespeare ed applicare il diritto di bara!

sabato 3 dicembre 2011

Tempo di tecnocrati

“E lasciatemi così sperare che, con queste mie opinioni, io non sarò uno straniero tra voi, datemi la fiducia che, lavorando con quest’animo insieme a voi, sarò in grado di corrispondere degnamente anche e in modo particolare alla straordinaria fiducia concessami dalle alte Autorità di questa comunità” (Friedrich Nietzsche, Appunti filosofici)

Mario Monti, nonostante l’aplomb britannico e nonostante sia stimato dai tedeschi, non è uno straniero tra di noi. È italiano tra gli italiani ed ha il compito di portare l’Italia oltre l’ostacolo della crisi.Ha la fiducia dell’intero paese, o quasi.La citazione di Nietzsche si adatta perfettamente alla nuova condizione del Supermario nazionale. Se Mario Monti avesse letto il filosofo tedesco Nietzsche, l’avrebbe, forse, citato nel suo discorso di insediamento in Parlamento o in una delle tante conferenze stampa che tiene in questi giorni in cui cerca di convincere i cittadini ed i giornalisti della bontà del suo lavoro. Ma si sa, i filosofi e gli umanisti non sono proprio di moda in quest’epoca di decadenza. È tempo, solo, di tecnocrati, saranno loro salvarci.

domenica 27 novembre 2011

L’umana grandezza

“L’umana grandezza va conquistata lottando. Essa trionfa quando respinge nel cuore dell’uomo l’assalto dell’abiezione. Qui è racchiusa la sostanza della storia, nell’incontro dell’uomo con se stesso, o meglio: con la propria divina potenza. Socrate chiamava il suo demone questo luogo segreto da dove una voce, che era già al di là delle parole, lo consigliava e lo guidava. Potremmo chiamarlo anche il bosco.
Che cosa vuol dire per l’uomo di oggi farsi guidare dall’esempio del vincitore della morte, degli dèi, degli eroi, dei saggi? Vuol dire partecipare alla resistenza contro il tempo, e non soltanto contro questo tempo, bensì contro ogni tempo, il cui potere fondamentale è la paura ... L’uomo che riesce qui a strapparle terreno può imporre la sua libertà in ogni altro ambito governato dalla paura, e abbattere i giganti, la cui arma è il terrore.”

Ernst Jünger, Trattato del ribelle

Silvio Berlusconi ha annunciato che non farà un passo indietro. Aumenterà le energie per tornare più forte di prima. Non ha nessuna intenzione di abbandonare la politica. Ai poveri illusi che già festeggiavano la morte politica del Caimano comunico che la nuova frontiera della lotta politica neo-berlusconiana sarà internet: una televisione online. Non gli bastano quelle che già possiede. È da qui che il Cav. si vuole rilanciare. Mi chiedo, soltanto, ma l’Italia non era un paese di merda? Non voleva andarsene alle Maldive da dove avrebbe spedito una cartolina a tutti gli italiani? Invece no. Per questo consigliamo al Silvio nazionale la lettura del Trattato del ribelle di Ernst Jünger, che certamente non potrà essere accusato di essere né un comunista, né un magistrato, né tutti e due insieme. Siamo sicuri che già il titolo piacerà all’anima avventurosa di Silvio Berlusconi. Leggendo Jünger, Berlusconi potrà forse arrivare all’idea che l’umana grandezza va conquistata lottando, e fin qui sarà contento. Ma la lotta di Jünger prevede anche il passaggio al bosco. Lo prenda alla lettera, passi al bosco, si dia alla macchia ... e raggiungerà la divina potenza!

sabato 26 novembre 2011

La Crisi

“LA MADRE: No no, non stai sognando, per trent’anni vi ho lavati, nutriti, addormentati, svegliati, consolati tutti e tre, vi ho stirato le camicie, lavato le mutande, seguito negli studi, mi sono fatta venire la bile, non ho vissuto che per voi, attraverso voi, ho ascoltato tutte le vostre storie, i vostri problemi e le vostre angosce senza mai rompervi le palle con le mie, ebbene adesso me ne vado in pensione. Tu hai ancora una lunga vita davanti a te per risolvere la tua crisi, a me resta pochissimo tempo per risolvere la mia, perciò permetterai che per una volta io mi occupi dei miei problemi prima dei tuoi


IL FIGLIO: Distruggi un’intera famiglia, no anzi due intere famiglie per una volgare storia di letto?
LA MADRE: Ah d’accordo ... quando si tratta delle tue storie di letto è amore, ma quando si tratta delle mie è volgare, è così?”
Coline Serreau, La Crisi!

Crisi è la parola del momento. Crisi politica, crisi economica, crisi finanziaria, crisi di governo, crisi di leadership, crisi tra Demi Moore ed il suo giovane marito, di cui non ricordo proprio il nome.
E non ho voglia di cercarlo su google. Tutti, nel nostro piccolo, abbiamo a che fare con una crisi. I giovani manifestano perché subiscono, più di tutti, la crisi, i grandi manifestano perché sono in crisi. Si dice: si stanno distruggendo i sogni di un’intera generazione. Vero, anzi: verissimo! Ma forse i genitori, più semplicemente, si sono rotti le palle dei propri figli.

mercoledì 23 novembre 2011

Non capire

“Quelli che capiscono non capiscono che non si capisca. E questi dubitano che quelli capiscano”
Paul Valery, Cattivi pensieri

Spread, rating, agenzie di rating, EFSF, deficit, default … chi ci capisce qualcosa, si faccia avanti e ci illumini. La sostanza della crisi economico-finanziaria è semplice: nessuno sa spiegare cosa sta, veramente, accadendo. In principio erano le banche americane che dovevano essere salvate. Hanno preso un sacco di soldi, ma la crisi è restata lì dov’è. Lo dimostra molto bene il recente film Too big to fail.

Poi è toccato all’euro. All’inizio si diceva che era un problema della Grecia. Atene ha ricevuto talmente tanti soldi che forse sarebbe stato meglio farla fallire subito, ma la crisi è ancora in corso.
Poi è toccato a Portogallo, Spagna e Irlanda.
Altri soldi, ma niente. La crisi non passa. Ora è arrivato il turno dell’Italia. Crescita, crescita, crescita. Berlusconi si è dimesso, Mario Monti è al potere, ma la crisi non cede. Ora pare sia la Francia la prossima a cadere. Lo spread continua ad aumentare e della crescita nessuna notizia. Aveva proprio ragione Paul Valery!