giovedì 12 aprile 2012

Tradizioni popolari e barbarie


Non si deve dare più ascolto alle persone che lamentano la fine delle tradizioni popolari (nei costumi, nella morale, nei concetti giuridici, nei dialetti, nelle forme di poesia e così via). Proprio a questo prezzo ci si innalza al soprannazionale, agli scopi generali dell’umanità, al sapere radicale, alla comprensione e al godimento di ciò che è passato e non è familiare. Insomma, proprio così si smette di essere barbari.
Friedrich W. Nietzsche, Frammenti


Viviamo in una dittatura delle tradizioni popolari: musica, beni culturali, dialetti, politica, poesia e costumi. Ovunque si cerca di riscoprire e rivalutare questa maledetta tradizione popolare.
Invece di innalzarsi al soprannazionale, di avere la mente rivolta al mondo, ci si lega al locale, al microcosmo in cui ci sentiamo a nostro agio ... ma solo perché siamo così piccoli da non reggere il confronto con gli scopi generali dell’umanità, con il sapere radicale.
La riscoperta del locale, come ogni elucubrazione intorno al proprio ombelico, è rassicurante e non mette in discussione il nostro personale sistema di valori, è comoda e facile. Ma ci condanna a rimanere dei puri e semplici barbari!