martedì 8 maggio 2012

Il centrosinistra leccese non c’è. Giovanni Lindo Ferretti sì.



 Il centro-sinistra a Lecce non esiste. “Ostacolata, lenta e zoppicante” la coalizione di centrosinistra semplicemente non c’è. Gli ultimi superstiti di un passato che non muore hanno regalato la più umiliante delle sconfitte: settari, incapaci di farsi interpreti delle esigenze della città, inadeguati a dialogare con i molteplici e vari corpi sociali di una città molto più complessa di quanto la si presenti.

 Dietro la facile e comoda giustificazione – Lecce è una città di destra – sembra proprio che non si voglia iniziare un processo di comprensione dei propri limiti, di analisi degli errori e di riflessione sull’inabilità a progettare il futuro. Si doveva intervenire prima, ma si è fatto finta di nulla. Oggi è inutile nascondersi dietro analisi politologiche sulla crisi dei partiti, sulle tasse del governo Monti, sulla rete di potere di Palazzo Carafa e su, presunti, ma mai dimostrati, acquisti di voti. Il centrosinistra a Lecce non esiste. E’ tempo di mettere da parte i reperti archeologici impersonati da una classe dirigente che usa un linguaggio vecchio e che non capisce la nuova composizione sociale, che non ha ancora compreso le potenzialità della rete e della democrazia partecipata e liquida: “vacui pensieri persi in cerca del passato”, dice Giovanni Lindo Ferretti.

Ora è tempo di futuro. Di innovazione. Di “sgobbare e onorare”. Tanto per cominciare, come cura propedeutica alla riflessione politica, consiglio di andare tutti ad ascoltare Giovanni Lindo Ferretti. Sarebbe già un buon inizio.