Martha Nussbaum, Non per profitto. Perché le democrazie hanno bisogno della cultura umanistica
Si torna a parlare di cultura umanistica ... o meglio: della sua crisi. Siamo passati dal governo del Cavaliere e dell’“ambizioso” progetto delle tre I (Inglese, Innovazione e Imprese) a quello dei tecnocrati. Ma il valore ed il riconoscimento per la cultura umanistica è rimasto, a essere ottimisti, basso.
A dire il vero ci sono stati anche un paio di intermezzi prodiani, ma non ricordiamo particolare attivismo in difesa delle materie umanistiche. Eppure si tratta di un’emergenza che implica non solo la qualità della formazione delle generazioni future, ma dell’intera società e, come ricorda Martha Nussbaum, della democrazia stessa. Altro che voglia generalizzata di primarie e modifiche alla legge elettorale più comunemente nota con l’asburgica denominazione di porcellum, l’emergenza democratica è un’altra.
Se non si interviene per invertire il costante processo di affossamento della cultura umanistica la società del futuro sarà costituita più da automi che da cittadini attivi e partecipi.
Non siamo ancora arrivati a Patmos, luogo biblico dell’Apocalisse, ma si può ancora recuperare il tempo perduto a patto, però, di essere disposti a eliminare il profitto come unica regola del mercato globale.