lunedì 9 gennaio 2012

Da bacheca a bacheca... il potere dei social network


“Onnipresenza del potere: non perché avrebbe il privilegio di raggruppare tutto sotto la sua invincibile unità, ma perché si produce in ogni istante, in ogni punto, o piuttosto in ogni relazione fra un punto ed un altro. Il potere è dappertutto; non perché inglobi tutto, ma perché viene da ogni dove. E “il” potere, in quel che ha di permanente, di ripetitivo, d’inerte, di autoriproduttore, non è che l’effetto d’insieme che si delinea a partire da tutta questa mobilità, la concatenazione che si appoggia su ciascuna di esse e cerca a sua volta di fissarle [...] il potere è il nome che si dà ad una situazione strategica complessa in una società data.”
Michel Foucault, Volontà di sapere

Un tempo c’era il “porta a porta”. Non del bradipo Bruno Vespa, ma di un’antica campagna elettorale fatta di rapporti umani, di contatti diretti e di volantinaggio. Nel ventunesimo secondo esiste invece il “da bacheca a bacheca”. La battaglia politica è sui social network.
Si fa campagna “elettorale” postando link, note e fotografie sulla bacheca, ad esempio, di Facebook. É la nuova frontiera della propaganda politica e sociale nel “regno dei nativi digitali”, dove la cultura è partecipazione e si basa sulla condivisione. Il nuovo mondo non conosce gerarchie. Il potere non è calato dall’alto ma si esercita ovunque ... è ovunque.

Addio dunque alla totalizzante “cattiva maestra televisione”, che omologa, ingloba e filtra. Oggi internet ed i social network arrivano lì dove la televisione non può e non riesce. Lì dove il filtro non basta a nascondere un messaggio sbagliato, un errore, una gaffe. Il potere è tornato ad essere onnipresente, viene dal basso, a partire da innumerevoli punti, direbbe oggi il filosofo francese Foucault.

Lo ha capito bene l’assessore al Comune di Lecce Giuseppe Ripa che è inciampato in un commento omofobo, maldestro e mediocre su Facebook e che è stato prontamente utilizzato dai suoi avversari politici e, più in generale, dal mondo della rete. Evviva il mondo 2.0 ... e Foucault naturalmente!